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Janis Joplin, vita e morte di una stella intramontabile

Il 4 Ottobre è stato il 45mo anniversario della morte di Janis Joplin, la leggendaria cantante blues-rock dalla voce roca e travolgente.

In quel giorno d’autunno del 1970, il mondo del rock non aveva ancora finito di piangere la morte di Jimi Hendrix, quando arrivò la notizia che al Landmark Motor Hotel di Hollywood era stato rinvenuto il corpo senza vita della cantante americana, stroncata da un'overdose di eroina. 

La regista Amy Berg ha voluto celebrare Janis con un documentario omonimo, nelle sale italiane dall’8 Ottobre, che restituisce la donna dietro il mito, con tutte le fragilità che l’hanno resa una figura immortale.

La versione in italiano del docufilm è doppiata da Gianna Nannini, la cantautrice italiana che sulla Jolpin ha basato la sua tesi di laurea e ora presta la sua voce fuori campo per la lettura dei diari e delle lettere che Janis scriveva ai suoi.

La pellicola è una delle tante che in questi ultimi anni hanno voluto ricordare la vita e la morte di quelle giovani e controverse rockstar del “Club 27”, che hanno segnato con le loro canzoni e performance l’esistenza di intere generazioni.

Il termine "Club 27" fu coniato a seguito della morte improvvisa e ravvicinata, tra il 1969 ed 1971, di 4 mostri sacri del Rock: Jim Morrison, Jimi Hendrix, Brian Jones e Janis Joplin.

Tutti hanno perso la vita, in circostanze più o meno sospette, all’età di 27 anni. Ma la leggenda maledetta del Rock non si è fermata con loro, la lista delle star decedute a 27 anni si è allungata negli anni successivi, includendo tanti nomi celebri della musica.

Il 2015 ha visto l’uscita di altre 2 biopic ufficiali di artisti appartenenti al “Club 27”: 

“Janis”, infatti, è stata preceduta nelle sale dall’uscita di “Amy – The Girl Behind the Name” di Asif Kapadia, il ritratto sincero e delicato del talento e della fragilità della dea bianca del Jazz Amy Winehouse, e da “Cobain: Montage of Heck” di Brett Morgen, primo documentario completamente autorizzato sul leader dei Nirvana.

I ritratti sono quelli di personalità sensibili e profonde, vittime dei propri stessi demoni, in lotta continua tra i sogni di gloria e le infinite insicurezze.

Quello che rimane a noi, passando oltre ad ogni interpretazione di gesti e segni, è l’intensità dei loro brani, delle loro performance, che ci trasmetteranno in eterno la passione per al musica e la vita.

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