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La settimana Santa di Siviglia

A Siviglia la Settimana Santa è uno degli eventi più importanti, la cui origine risale probabilmente al XIV secolo. Da allora le confraternite della città, oggi 57, fanno una processione di penitenza per le strade, andando dalla loro chiesa fino alla Cattedrale e viceversa, cercando il percorso più breve possibile come decretato dall'ordinanza del Cardinale Nino de Guevara nel XVII secolo.

La maggior parte delle confraternite porta in scena due misteri, uno con il Cristo e le scene della Passione, Morte e Resurrezione, l'altro con la Vergine Maria.

Quest’ultima è la vera protagonista: la scultura della Vergine è diversa per ogni confraternita ma inscena sempre lo stesso momento della storia, ovvero la Madre che piange la morte del figlio. 

Il suo manto è un capolavoro di artigianato: l'enorme stola di tessuti nobili parte dal capo della Vergine e si estende fino ad un supporto rigido. Il drappo è sostenuto da pali, a volte sembra quasi un tetto per proteggere la statua ed è un trionfo di ricami, oro, gioielli, sete e broccati e quant'altro di splendido ci possa essere.

A trasportare a spalla i “pasos” – le pesanti immagini religiose su baldacchini – sono i ”costaleros” (in  italiano “portatori”). I ”costaleros” sostengono il peso sulle spalle nascosti nella parte inferiore del pasos, nell’incastellatura denominata “Trabajadera”. Per attutire il carico del peso proteggono collo, spalla e braccio con un panno chiamato "costal" costituito da tela di juta ripiegata.

Altri sivigliani recitano il ruolo di Nazareno: sono i confratelli che accompagnano i pasos portando in corteo ceri o insegne. Indossano una tunica e hanno il volto coperto da una maschera e un cappuccio che ha solo le fessure per gli occhi perchè l'identità della persona deve essere nota solo a Dio.

Sicuramente sono il simbolo più vistoso delle processioni ma accanto a loro sfilano tante altre figure: bande musicali che suonano gli inni delle confraternite, portatori di croci, turiboli con l'incenso e ceri, penitenti vestiti come i nazareni – ma senza il cappuccio – che stanno dietro alla statua del Cristo e camminano scalzi (un modo per compiere un voto)…

Ovunque i balconi delle case si vestono di drappi colorati, le strade si rimpiccioliscono per far posto alle transenne e alle panche, i marciapiedi sono decorati da milioni di composizioni floreali: è così che un rito religioso diventa una festa collettiva imperdibile, tra solennità e fervore.

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