L’origine e la geografia del Purgatorio

Prima di Dante: Sant’Agostino

Prima di Dante esistevano molti luoghi oltre la morte: l’inferno, il purgatorio, il paradiso, il paradiso terrestre, il seno di Abramo, il limbo dei bambini, il limbo dei patriarchi.

Esisteva solo un luogo per i buoni e un luogo per i cattivi. 

Gli altri luoghi previsti (limbo dei patriarchi, seno di Abramo, paradiso terrestre) erano tutti per i destinati al cielo o per chi non può essere né premiato né punito (limbo dei bambini).

Il problema nasceva per “chi non era del tutto buono o del tutto cattivo” e viene posto per la prima volta da S.Agostino.

La risposta manichea a questo quesito fu: i non del tutto cattivi all’inferno con pene più miti; i non del tutto buoni –pochissimi– in paradiso attraverso il passaggio per un ignis purgatorius che, se esistesse (e S.Agostino non ne è del tutto sicuro) potrebbe essere su questa terra oppure in altri luoghi.

La parola Purgatorius compare nelle vesti di semplice aggettivo di ignis, non indicando un luogo e S.Agostino lascia aperta nei suoi ragionamenti la possibilità che i luoghi di espiazione siano sulla terra, possibilmente dove è stata commessa la colpa.

Il purgatorio quindi esiste, ma non è luogo eterno e pare che proprio da questa deduzione inizi la triade messe-preghiere-elemosine come strumenti del suffragio, una mediazione ecclesiastica che la chiesa tenderà a enfatizzare, innescando il rifiuto di eretici e poi di protestanti.

Il Purgatorio di Dante per lo storico medievalista Jacques Le Goff

Nel 1300 il purgatorio aveva 120 anni, ma ufficialmente solo 26: la sua esistenza venne considerata argomento di fede solo nel Concilio di Lione del 1274.

Secondo Le Goff “il Purgatorio di Dante rappresenta la conclusione sublime della lenta genesi del Purgatorio avvenuta nel corso del Medioevo”.

Dante è il primo che si prende la briga di dare un’immagine a questo “terzo luogo” e lo fa nel suo poema con estrema precisione, definendo una ricostruzione complessa e ricca di dettagli e significati, la più ricca di tutta la storia del Purgatorio.

Sempre secondo Le Goff, dal punto di vista storico “il passaggio da un aldilà caratterizzato da due luoghi antagonisti, Inferno e Paradiso, a un aldilà articolato in tre regni va messo in parallelo con l' arretramento del manicheismo avvenuto nella società medievale tra la metà del XII e la metà del XIII secolo.

Il mondo medievale diventa più sfumato.

L' antica opposizione tra ricchi e poveri, potenti e deboli, inizia a modificarsi con l' emergere di una fascia intermedia.

Nella gerarchia sociale, tra signori e sudditi, si profila la categoria dei borghesi.

Sul piano culturale, altri elementi che giocano a favore della nascita del Purgatorio sono il crescente interesse per le rappresentazioni geografiche come pure le nuove traduzione di Euclide, da cui si ricava la nozione di intermediario.

Più in generale, poi, la nascita del Purgatorio s' inscrive in quel lento processo che di solito viene definito come la discesa dei valori dal cielo alla terra.

Da questo complessa evoluzione della società è nata la credenza del Purgatorio, credenza che poi si è diffusa grazie alle predicazioni di francescani e domenicani”.

La geografia del Purgatorio

Bisognerà aspettare il XV secolo per avere delle vere e proprie rappresentazioni del Purgatorio, nelle quali è evidente l'influenza decisiva di Dante. 

Dante ha trasformato completamente la geografia dell’aldilà: il Purgatorio non è più un luogo sottoterra, vicino e simile all' Inferno, è invece una montagna che si erge in mezzo al mare, fatta di circoli concentrici che le anime percorrono dal basso verso l' alto.

Un’ascensione che corrisponde al viaggio verso la beatitudine.

Il Purgatorio dantesco è diviso in Antipurgatorio, Purgatorio e Paradiso terrestre. 

In apertura si ha l'Antipurgatorio; poi prosegue il Purgatorio suddiviso in sette cornici, nelle quali si espiano i sette peccati capitali: superbia, invidia, ira, accidia, avarizia, gola e lussuria; e in chiusura si trova il Paradiso terrestre.

Costruito specularmente all’Inferno, inteso come montagna invece che voragine, anche l'ordine dei peccati risulta capovolto: il cammino di Dante è infatti dal peccato più grave a quello più lieve.

Le anime del Purgatorio sono già salve, ma prima di arrivare al Paradiso, per espiare i propri peccati, devono salire il monte come facevano ai tempi di Dante i pellegrini che per far penitenza partivano per Roma o per Santiago de Compostela. 

Ogni anima deve dunque percorrere tutto il cammino e purificarsi in ogni cornice del peccato corrispondente per raggiungere la salvezza eterna.

 

Un argomento complesso, ricco di sfaccettature, in cui si intrecciano storia, religione e cultura. Il risultato scatena fascino e dubbi, gli ingredienti ideali per stimolare il pensiero e la sete di conoscenza.