Il tema della morte nell’antica civiltà Maya

Gli antichi Maya si insediarono in Mesoamerica tra il 750 a.C. e il 500 a.C.
Qui svilupparono una civiltà nota per l'arte, l'architettura, per i raffinati sistemi matematici e astronomici e per la scrittura, l'unico sistema noto di scrittura pienamente sviluppato nelle Americhe precolombiane.

I Maya, come le altre popolazioni del Mesoamerica, credevano in un regno soprannaturale abitato da potenti divinità, le quali dovevano essere placate con offerte cerimoniali e riti.

L'universo Maya era costellato dalla perenne lotta fra le potenze del male e del bene.
Il bene portava la pioggia, la fertilità e l'abbondanza; il male portava la siccità, gli uragani e le guerre.

Al centro della pratica religiosa Maya c'era il culto degli antenati defunti, ovvero coloro che avrebbero agito da intermediari tra i loro discendenti viventi con gli abitanti del regno sovrannaturale.
I primi intermediari tra l'uomo e il regno soprannaturale, erano gli sciamani. Poi quando la civiltà Maya si sviluppò, la classe élitaria assunse il ruolo di intermediario principale verso il regno degli dei, creando i presupposti divini che giustificavano il loro diritto a governare.

Non è facile immaginare cosa il popolo Maya pensasse riguardo alla morte. Probabilmente viveva questo drammatico evento con preoccupazione e angoscia; immaginando che l'anima del defunto fosse destinata a transitare per un certo tempo in un luogo, da cui nessuno avrebbe più fatto ritorno, prima di scomparire per sempre.

I riti funerari prevedevano l'inumazione o la cremazione e solitamente i resti mortali venivano seppelliti sotto i pavimenti delle case, insieme ad offerte adeguate allo status sociale della famiglia. I Maya ritenevano che vi potessero essere dei defunti che avrebbero potuto agire come antenati protettivi.
Il lignaggio Maya era patrilineare, in tal modo un antenato maschio di primo piano poteva venire venerato, spesso tramite un santuario domestico.

Come la società Maya si sviluppò e l'élite crebbe di potenza, gli appartenenti alle famiglie reali edificarono i loro santuari domestici nelle grandi piramidi che utilizzavano come tombe.