I 4 ritrovamenti fossili più importanti della storia

I ritrovamenti fossili più importanti della storia dell’uomo sono innumerevoli e si tratta di una lista sempre necessariamente incompleta e soggetta a continui aggiornamenti.
Di certo non tutti i fossili possono essere considerati come diretti antenati dell'Homo Sapiens, ma sono comunque passi importanti nello studio della linea evolutiva che ha portato all'uomo moderno così come noi oggi lo conosciamo.

Vediamo quali sono state le quattro scoperte archeologiche di fossili che hanno dato grande importanza a questa storia in continua evoluzione.

1829.

Un fossile di parte del cranio di un bambino Neanderthal di 2 anni e mezzo. E’ questo il ritrovamento del 1829 nell'attuale Belgio. Di fatto sarà poi una scoperta archeologica successiva a rendere celebre questo ominide vissuto tra i 200mila e i 40mila anni fa ed enormemente legato ai Sapiens. Infatti nel 1856 Johann Fuhlrott nella Valle di Neander, a pochi chilometri da Dusseldorf, in Germania, ritroverà il fossile di Fuhlrott con parte del cranio, alcune ossa, parte dell'osso pelvico, alcune costole e ossa del braccio e della spalla.

 

1974.

E’ un anno fondamentale per l’archeologia, quando venne ritrovata Lucy, il fossile più famoso di tutti i tempi, risalente a 3,2 milioni di anni fa e appartenente a una femmina di Australopithecus afarensis di circa 25 anni. Lucy era onnivora, di bassa statura e ancora conduceva una vita arboricola, pur essendo in grado di camminare su due piedi.
Una ricostruzione di come doveva apparire l’apparto scheletrico di Lucy racconta di una donna alta circa 1 metro, con tratti scimmieschi, una ridotta capacità cranica per il cervello, ma aveva un'andatura bipede.

 

1984.

In Kenya, nelle vicinanze del Lago Turkana, viene trovato lo scheletro fossile, quasi completo, di un ragazzo di circa 8 anni morto 1,6 milioni di anni prima.
L'assenza di mento, un arco sopraccigliare pronunciato e braccia molto lunghe lo distinguono dall'uomo moderno, mentre la scarsa copertura di peli lo rende adatto alle temperature della savana africana. Viene inizialmente classificato come Homo habilis, ma oggi è classificato come Homo ergaster. La sua corporatura doveva essere simile a quella dell’uomo moderno.

 

2015.

Un ritrovamento che cambia la storia. Si tratta dell'analisi di una mandibola di un ominide – presumibilmente di Homo habilis – ritrovata in Etiopia, nella regione di Afar. La scoperta rivela che il genere umano comparve in Africa 2,8 milioni di anni fa, mezzo milione di anni prima di quanto creduto fino a questo momento. Il reperto di transizione ricolloca il passaggio tra australopiteco e Homo a un periodo compreso tra i 3 milioni e i 2,8 milioni di anni fa.