8 curiose superstizioni presagio di morte

Quanti gesti, comportamenti, oggetti sono da sempre simboli positivi o negativi di presagi.

Senz’altro la vita dei superstiziosi non deve essere facile, ma abbandonare l’irrazionalità delle convinzioni e soffermarsi ad indagare i motivi alla base delle singole superstizioni può rivelarsi molto interessante.

01.Fiammiferi e sigarette

Sembra che se si accende in tre la sigaretta usando lo stesso fiammifero, il terzo morirà.

La convinzione risale alle trincee della Grande Guerra, infatti, il lampo di luce del fiammifero allertava il cecchino nemico, che aveva tempo di aggiustare la mira nel vedere la seconda sigaretta e sparare alla terza.

02.La terza bottiglia di vino

La regola del tre si ripete: attenzione all’ultimo goccio della terza bottiglia aperta e finita durante il pasto, chi la versa dovrebbe morire entro la fine dell’anno!

Ma lo scongiuro è semplice: aprirne un’altra, per “tirare il collo” alla quarta bottiglia.

03.La maledizione del cappello

Chi porta il cappello sappia che non lo deve assolutamente appoggiare su un letto o scatenerà un presagio di morte!

La spiegazione è che in passato chi lo faceva era o il medico che faceva visita a un malato o il sacerdote che si recava al capezzale di un moribondo.

04.La “mano del morto”

Giocatori di Poker fate attenzione alla doppia coppia costituita da due assi neri e due otto neri, la cosiddetta “mano del morto”: ce l’aveva in un saloon il pistolero Wild Bill Hickok, quando un tale gli sparò alle spalle uccidendolo!

05.Il canto del Cuculo

Pare che contando il numero di “cu-cu” del primo Cuculo che si sente cantare in primavera si sapranno gli anni rimasti da vivere.

Ma il povero volatile non porta solo sventura, sembra che se al suo canto si faranno tintinnare le monete delle proprie tasche o del proprio portafoglio, nel mese a seguire arriveranno guadagni insperati e abbondanti.

06.Gufare

Chi ipotizza prospettive spiacevoli è accusato di “gufare” perché anche il gufo è un volatile che non gode di buona fama. Si dice infatti che canti quando nel vicinato muore qualcuno.

Lo stesso presagio è indicato dal canto del gallo fuori orario, specie se nel cuore della notte.

07.Galateo dei fiori per superstiziosi

Se si va a trovare un superstizioso ricoverato in ospedale, mai e poi mai portargli un mazzo di fiori bianchi e rossi: sarebbe come annunciargli che il suo male è prossimo a peggiorare, fino alla morte.

L’unico modo che il malato superstizioso ha per esorcizzare il regalo sgradito è quello di donare i fiori alla cappella dell’ospedale.

08.Le sedie degli ospiti

Mai disporre in fila le sedie degli ospiti che si stanno aspettando, sembra attiri la morte.

Il semplice motivo è che così si collocavano in passato per ricevere parenti e conoscenti al momento di vegliare un defunto.

Queste sono solo alcune delle tantissime superstizione legate alla morte, ma per ognuna di esse c’è sempre una spiegazione razionale che può farci riscoprire tante usanze del passato e aiutarci a mantenerle vive nella nostra memoria.

Janis Joplin, vita e morte di una stella intramontabile

Il 4 Ottobre è stato il 45mo anniversario della morte di Janis Joplin, la leggendaria cantante blues-rock dalla voce roca e travolgente.

In quel giorno d’autunno del 1970, il mondo del rock non aveva ancora finito di piangere la morte di Jimi Hendrix, quando arrivò la notizia che al Landmark Motor Hotel di Hollywood era stato rinvenuto il corpo senza vita della cantante americana, stroncata da un'overdose di eroina. 

La regista Amy Berg ha voluto celebrare Janis con un documentario omonimo, nelle sale italiane dall’8 Ottobre, che restituisce la donna dietro il mito, con tutte le fragilità che l’hanno resa una figura immortale.

La versione in italiano del docufilm è doppiata da Gianna Nannini, la cantautrice italiana che sulla Jolpin ha basato la sua tesi di laurea e ora presta la sua voce fuori campo per la lettura dei diari e delle lettere che Janis scriveva ai suoi.

La pellicola è una delle tante che in questi ultimi anni hanno voluto ricordare la vita e la morte di quelle giovani e controverse rockstar del “Club 27”, che hanno segnato con le loro canzoni e performance l’esistenza di intere generazioni.

Il termine "Club 27" fu coniato a seguito della morte improvvisa e ravvicinata, tra il 1969 ed 1971, di 4 mostri sacri del Rock: Jim Morrison, Jimi Hendrix, Brian Jones e Janis Joplin.

Tutti hanno perso la vita, in circostanze più o meno sospette, all’età di 27 anni. Ma la leggenda maledetta del Rock non si è fermata con loro, la lista delle star decedute a 27 anni si è allungata negli anni successivi, includendo tanti nomi celebri della musica.

Il 2015 ha visto l’uscita di altre 2 biopic ufficiali di artisti appartenenti al “Club 27”: 

“Janis”, infatti, è stata preceduta nelle sale dall’uscita di “Amy – The Girl Behind the Name” di Asif Kapadia, il ritratto sincero e delicato del talento e della fragilità della dea bianca del Jazz Amy Winehouse, e da “Cobain: Montage of Heck” di Brett Morgen, primo documentario completamente autorizzato sul leader dei Nirvana.

I ritratti sono quelli di personalità sensibili e profonde, vittime dei propri stessi demoni, in lotta continua tra i sogni di gloria e le infinite insicurezze.

Quello che rimane a noi, passando oltre ad ogni interpretazione di gesti e segni, è l’intensità dei loro brani, delle loro performance, che ci trasmetteranno in eterno la passione per al musica e la vita.